Uno spettacolo di gran classe, “Italiano Swing”, che vede come protagonista Matteo Setti, accompagnato da una big band di nove elementi.
Sono passati quasi vent’anni dal debutto di Matteo in Rent, dopo la (gloriosa ed affascinante) esperienza come Gringoire (600 repliche) in Notre Dame De Paris, e il ruolo di Giacomo Casanova (nella commedia musicale per Pierre Cardin), l’artista ci regala un live che è un gioiello di eleganza retrò.
Al Blue Note di Milano, ieri sera, per la presentazione ufficiale agli addetti ai lavori, sarebbe bastato socchiudere gli occhi, per essere immersi in un film in bianco e nero, dove l’eleganza e la potenza della voce di un cantante era solita fondersi con un’orchestra-spettacolo di 9 elementi, che interagivano con il protagonista.
Una scaletta di brani tra i più famosi, anche e non solo all’estero, da Volare al classico repertorio napoletano, da Buscaglione a Mina o Mia Martini, tutto arrangiato egregiamente in chiave swing.
Setti torna a calcare il palcoscenico interpretando i classici della canzone italiana dagli anni ’40 agli anni ’70, rivitalizzati in chiave swing, da Daniele Falangone (vedi sotto).
Una presenza scenica di grande impatto, un’interpretazione frizzante e brillante di brani storici che possono piacere sia ai giovanissimi che a chi, come me, segue Matteo dagli esordi.
Deliziosa l’apertura (che vedete in esclusiva in queste pagine), con Io sono il Vento di Arturo Testa, che arrivò seconda a Sanremo nel lontano 1959 (sotto).
Un piacere sentirla interpretata da Matteo, una grande voce che sarebbe stato bello applaudire sul palco dell’Ariston, vista spesso la scarsa qualità vocale dei cantanti in lizza. Del resto, anche il collega di Notre Dame de Paris, Giò Di Tonno ha sbancato la concorrenza, vincendo qualche anno fa in coppia con Lola Ponce.
Perchè le belle voci in Italia ci sono e spesso sono nel teatro.
Italiano Swing, prodotto da 300 Anelli, è quindi anche un ottimo progetto da esportare all’estero, idea insita nella nascita stessa dell’evento, perchè per aumentare il PIL non dobbiamo esportare solo la moda, ma anche la cultura.
Sono sicura che un concerto del genere possa avere molto successo in locali di un certo livello o nelle convention in tutto il mondo…nell’attesa di ritrovarlo in Italia.
E come ci dice Matteo nella mia video-intervista esclusiva, si parte il 10 marzo da Dubai.
Ringrazio Daniela dell’Ufficio Stampa per la grande disponibilità.
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