dell’intenso viaggio compiuto da sette madri, sette attrici
straordinarie: Arianna Scommegna, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez
Aspa, Francesca Ciocchetti, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora
Zuin.
(curatrice dei cori dello spettacolo) presenterà il suo ultimo libro “A
voce spiegata. Diario di bordo sulle rotte della vocalità”. Dialogherà
con l’autrice Carlo Serra, musicologo e filosofo della musica.
Nella tragedia Le Supplici,
scritta da Euripide e rappresentata per la prima volta tra il 423 e il
421 a.C., un gruppo di donne di Argo, madri dei guerrieri argivi morti
nel fallito assalto a Tebe (quello raccontato da Eschilo nei Sette
contro Tebe), si riunisce presso l’altare di Demetra ad Eleusi per
supplicare gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli,
poichè i tebani negano la restituzione dei cadaveri. Il re ateniese
Teseo, grazie all’intercessione della madre Etra, decide di aiutarle.
Quando un araldo tebano giunge per intimare a Teseo di non intromettersi
negli affari di Tebe, invano Teseo tenta di indurre l’araldo
all’osservanza della propria legge che impone di onorare i morti,
ingaggiando con lui un dialogo nel quale il re difende i valori di
democrazia, libertà, uguaglianza di Atene, contrapposti alla tirannide
di Tebe.
L’accordo non viene trovato e la guerra tra le
due città è inevitabile, e viene vinta da Atene, con la conseguente
restituzione dei cadaveri. Il re di Argo Adrasto, che accompagna le
madri, si incarica di celebrare i caduti con un discorso. Il corteo con i
corpi dei capi argivi caduti entra così in scena; Adrasto recita
l’elogio di ciascuno di essi, quindi si procede al rito funebre. Per
volontà di Teseo il rogo di Capaneo è allestito separatamente dagli
altri, al fine di onorare diversamente l’eroe colpito dal fulgore di
Zeus; Evadne, moglie di Capaneo, non regge alla commozione e, per
riunirsi al marito, si getta sul rogo in fiamme. Mentre i figli dei
caduti sfilano con le ceneri dei propri cari, finalmente sepolti, ex
machina compare Atena, che fa impegnare con un giuramento solenne Teseo e
Adrasto a un’eterna alleanza fra Atene e Argo.
In questo adattamento,
tradotto ad hoc da Maddalena Giovannelli, è prevista una riduzione a 7
attrici che interpreteranno le madri, il coro e i vari personaggi.
«Amo i classici da sempre: con
essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei
imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo. Insomma
classico e contemporaneo si riguardano, si specchiano l’un con l’altro,
si nutrono a vicenda. Come tradizione e innovazione. Da anni voglio
affrontare “Le supplici” di Euripide: adesso è arrivato il momento di
farlo. Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza,
dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza
emergono da questo testo per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni
stranianti e strazianti che stiamo vivendo. È incredibile quanto una
scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di
un cittadino del terzo millennio. La democrazia ateniese fa acqua da
ogni parte, contraddice i suoi stessi valori, è populismo che finge di
affermare i sacri valori della libertà. È manipolazione a tratti persino
grossolana, si chiama democrazia ma assomiglia troppo ad un’oligarchia.
Sembra lo strumento migliore per scansare le responsabilità e restare
ad ogni costo sempre e comunque impuniti. È la legge del più forte,
anche se apparentemente garantisce spazio e parola a tutti. Le supplici
sono le sette madri degli eroi uccisi presso le porte di Tebe. Giungono
ad Atene per implorare Teseo: recuperi i cadaveri dei vinti, dei figli
uccisi, a costo di fare guerra a Tebe che non li vuole restituire. Tebe
sotto la tirannide di Creonte, Atene sotto la democrazia di Teseo.
Ancora una volta una stranezza: può essere la democrazia in mano ad una
persona sola? Non è una contraddizione in termini? Il discorso tanto
caro a Euripide, che parla di pacifismo e amore tra i popoli, di dolore e
di pietà di queste madri che hanno perso i figli, di un intero paese
che ha perso i propri eroi, si intreccia con un sottile ragionamento
politico, capace di rendere questa tragedia un unicum per l’antichità.
Sette madri, sette attrici: Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris,
Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra
Zoccolan, Deborah Zuin. Queste attrici straordinarie, a cui mi lega un
lungo sodalizio artistico, interpreteranno dunque il coro delle supplici
e saranno anche, di volta in volta, i diversi personaggi della
tragedia: Teseo, l’araldo tebano, Etra, Adrasto, il messaggero, il coro
dei bimbi, Atena. Un rito funebre che si trasforma in un rito di memoria
attiva, un andare a scandagliare le ragioni politiche che hanno portato
alla morte i figli e più in generale alla distruzione dei valori
dell’umanesimo. Che siano le donne a compiere questo viaggio di
ricostruzione e conoscenza mi è parso necessario e naturale».