Selene Calloni Williams, in un viaggio fra musica, mitologia ed eroine pucciniane, grazie all’evento esclusivo Giacomo Puccini, quadri di vita e musica: la serata sarà il 18 dicembre 2024, dalle ore 18 in poi, presso il Circolo Filologico Milanese sito in via Clerici n.10, Milano. L’incontro verrà accompagnato dal pianoforte di Luigi Palombi e dalle narrazioni del professor Luciano Tellaroli.

In questa nuova occasione, Selene narrerà le eroine pucciniane dalla prospettiva immaginale.

Abbiamo chiacchierato con lei e ne è nata, come sempre, un’intervista che offre tanti spunti di riflessione.

Selene, per chi ancora non lo sapesse, cosa si intende per “prospettiva immaginale”?

    Il termine «immaginale» é un neologismo coniato dal filosofo Henry Corbin che traduce la visione delle filosofie orientali a matrice tantrico-sciamanica, come il buddhismo esoterico e il sufismo islamico, secondo la quale l’esistenza è un immenso sogno, una «grande imago», cioè una sorta di immagine olografica. Nella nostra vita non c’è nulla di reale, oggettivo o sostanziale, tutto è vacuità.

    Il materialismo e il senso dell’Io, cioè l’individuo inteso come oggetto indivisibile, distinto e separato dal tutto, sono inganni che la mente razionale esercita sulla coscienza. I buddhisti utilizzano il termine “chitta maya” per designare questo inganno o illusione. In Occidente, anche lo psicoanalista James Hillman parla del concetto di immaginale definendo l’anima «l’atto stesso dell’immaginare».

    Nel 2003 ho fondato in Svizzera, con sostegno di James Hillman, la Società di Nonterapia e l’Imaginal Academy, che oggi è conosciuta come l’Accademia degli Immaginalisti, coloro che percorrono la strada verso il risveglio interiore.

    C’è differenza da quella prettamente psicologica?

    Dipende di quale psicologia parliamo. La cosiddetta psicologia accademica si fonda sul vecchio modello newtoniano-cartesiano che dà per scontata l’oggettività e la sostanzialità, la visione di corpo come oggetto materiale, inoltre parte dall’Io e ha come fine il rinforzo delle categorie dell’Io. Ma esiste una psicologia di frontiera che ha molto più a che vedere con le tradizioni spirituali dei popoli e con l’arte piuttosto che con la psicologia accademica, si tratta di quella pratica psicologica che è un vero e proprio “fare anima”. Questa psicologia ha naturalmente una visione immaginale e fa riferimento alle tradizioni mitologiche come basi fondamentali della psiche e del comportamento umano. La realtà intesa come mitopoiesi è creazione dell’anima ed ha la struttura stessa del mito.

    Hai già analizzato diversi miti da questo punto di vista: ci ricordi in quale libro?

    Il libro in cui racconto i miti dell’antica Grecia in chiave immaginale è “Daimon, scopri il tuo spirito guida e guarisci con i miti”. In questo libro non solo narro i miti principali ma anche mostro, attraverso degli esempi, il modo in cui essi agiscono nelle nostre vite.

    Quanto può essere importante la lettura immaginale, a livello concreto, nella vita di tutti noi?

    Ciascuno di noi, vivendo, mette sulla scena della vita un mito e ciascuno di noi si riscatta, si risolve, si libera quando “vede” il mito che sta mettendo sulla scena della vita vivendo.

    Le eroine pucciniane sono delle donne straordinarie: quali ci proporrai?

    Le opere di Giacomo Puccini sono conosciute per la loro profondità emotiva e per le protagoniste femminili che incarnano il conflitto tra passione e destino. Si tratta di figure complesse, che affrontano destini dolorosi, sacrificandosi per amore o per la propria indipendenza.

    Proporrò la visione in chiave immaginale di:

    – Madama Butterfly

    – La Bohème

    -Tosca

    -Manon Lescaut

    -Turandot

    -Minnie

    Ce ne vuoi raccontare una?

    Turandot è la storia della principessa fredda e inavvicinabile che pone enigmi fatali ai suoi pretendenti. Alla fine, il principe Calaf riesce a vincere il suo cuore, ma è il sacrificio della schiava Liù, che si immola per amore di Calaf, a rappresentare il vero momento di redenzione e compassione nell’opera. È una storia molto bella che ci ricorda – un po’ come il Prometeo legato -, che per raggiungere la libertà dalla nostra stessa mente e la piena realizzazione, dobbiamo passare attraverso un sacrificio rituale. Turandot, Calaf, Liù sono tutti aspetti della nostra psiche. Liù rappresenta, dunque, qualcosa di noi che deve essere sacrificato al fine di ritrovare un equilibrio primevo, un ordine universale che abbiamo perduto.

    Puccini alla narrazione, ovviamente, unisce la musica. Che ruolo ha, secondo te, al di là del puro valore artistico, la musica nell’accompagnare la storia delle eroine.

    L’intensità delle emozioni porta i personaggi a compiere gesti estremi, mettendo in luce la forza dell’amore e del sacrificio. E la musica sottolinea l’intensità delle emozioni con effetto catartico.

    Perché, quindi, i classici sono sempre attuali?

    Il mito è universale e i classici hanno una dimensione mitologica potente.

    Una cosa che non ti ho mai chiesto… In quale eroina, o mito, ti riconosci in questo momento della tua vita, oltre alla protagonista del libro Kintsugi?

    Minnie, la Fanciulla del West, è un’eroina atipica per Puccini, che incarna la forza e la determinazione del femminile. Proprietaria di un saloon nel selvaggio West americano, Minnie è una donna indipendente e coraggiosa che non teme di sfidare il pericolo. Attraverso la sua astuzia e il suo coraggio, riesce a salvare il suo amato Dick Johnson dall’impiccagione e a guadagnarsi un futuro con lui. Minnie incarna l’archetipo della donna che sfida le regole per amore, una sorta di Antigone vincente, un emblema dell’anima selvaggia che possiamo riconoscere dentro ciascuno di noi.

    Siamo tutti eroi ed eroine?

    Siamo tutti immagini dell’anima del mondo. L’anima (psiche per gli antichi greci) ha una impresa eroica da compiere: ritrovare Amore. La missione di Psiche è ricongiungersi con il Dio Amore e questo è anche l’obiettivo di ciascuno di noi. In tal senso siamo tutti eroi.

    So che hai recentemente pubblicato un nuovo testo, “1 minuto al giorno, meditazioni quotidiane”, edito da Piemme e disponibile dal 5 novembre 2024. Ci dici in due parole di cosa si tratta?

    È un testo molto importante per me, la sintesi di 40 anni di lavoro con la meditazione e la psicologia immaginale. Ho raccolto le formule meditative e i mantra più potenti ed efficaci che ho conosciuto lungo il mio percorso. Ciascuna formula rappresenta un OMI, One Minute Immersion, una pratica meditativa breve che attiva un processo capace di lavorare in noi per tutta la giornata rendendola raggiante e anche nell’arco della notte favorendo un sonno profondo e ristoratore.

    Come si svolgerà, in conclusione, la serata pucciniana?

    Il pianista suonerà arie di Puccini, Luciano Tellaroli ci parlerà della vita del grande musicista ed io narrerò le storie delle sue eroine in chiave immaginale dando a ogni spettatore la chiave per riconoscersi e superarsi. Alla fine dedicherò un momento personale con ogni partecipante durante il firmacopie dei miei libri.

    Questo il link all’evento sul sito di Selene:

    https://selenecalloniwilliams.com/event/fra-mitologia-musica-ed-eroine-pucciniane-scw-torna-al-filologico-milano