Laboratori e spettacolo con i detenuti della Casa Circondariale di Lecce.

In questi giorni stiamo parlando di progetti artistici dedicati all’inclusione.

Dopo aver proposto la recensione di Rumore, Raffaella Carrà Dance Tribute, nella recensione di Vesna Zujovic, con danzatori con “diversabilità” e dopo avervi raccontato del musical dell’inclusione ieri (La Stella dei Desideri), oggi è la volta di uno spettacolo che vede come protagonisti i detenuti di un carcere.

Ecco sotto il comunicato.

Vincitore del bando 8permille della Chiesa Valdese, “SACRE RADICI” è un progetto di Koreoproject che unisce arte e inclusione e che coinvolge i detenuti della Casa circondariale di Lecce, per offrire loro un percorso riabilitativo gratuito, attraverso laboratori di danza e canto e due repliche dello spettacolo conclusivo.

Fondata nel 2006 e diretta da Giorgia Maddamma, Koreoproject è una associazione che opera nel campo della danza contemporanea con una forte vocazione sociale.

Dal 2017 collabora stabilmente con la Casa circondariale di Lecce, promuovendo laboratori e spettacoli rivolti a soggetti fragili e svantaggiati impegnandosi a garantire inclusione sociale e sostenibilità, favorendo un’occupazione dignitosa e la diffusione della cultura artistica.

Il progetto “SACRE RADICI”, in partnership con la Casa Circondariale di Lecce e il Campo dei Giganti di Nardò, che culminerà in uno spettacolo di danza e musica dal vivo, ha la durata di sei mesi (novembre 2024 – aprile 2025), e si sviluppa in 30 incontri, inizialmente settimanali e poi più intensivi per approfondire le prove dello spettacolo. I laboratori (danza e canto) sono condotti da esperti del settore: la danzatrice e coreografa Giorgia Maddamma e il musicista e cantante Luca Gemma.

Attraverso esercizi di movimento e vocalità, i partecipanti esplorano nuove forme di espressione, migliorando la consapevolezza del corpo e della voce. L’attività artistica favorisce il benessere psicofisico, aiuta a gestire stress e ansia e rafforza il senso di identità.

L’iniziativa punta a migliorare l’autostima, ridurre il disagio emotivo e sviluppare competenze relazionali, preparando i detenuti al reinserimento sociale.

Da un’idea e per la regia di Giorgia Maddamma e Ilaria Milandri nasce lo spettacolo multidisciplinare “Sacre Radici/La maestà del legno”, prodotto da Koreoproject, che da due anni viene rappresentato in Italia, dal quale si è partiti per includere, attraverso il percorso di laboratori nel carcere di Lecce, un gruppo di oltre 10 detenuti.

La sintesi del percorso è l’atto finale, lo spettacolo che vede sul palco i detenuti protagonisti accanto a Giorgia Maddamma e Luca Gemma, con la partecipazione delle danzatrici professioniste di Koreoproject, Sara Bizzoca e Ambra Berni Canani.

Ispirato alle radici salentine e alla memoria degli ulivi devastati dalla Xylella, lo spettacolo alterna testi originali di Ilaria Milandri, e brani di Domenico Modugno, i più rappresentativi delle sue radici canore e del suo periodo salentino. Il video di Fabio Serino, girato a “Il Campo dei Giganti”, che fa da scenografia, dove i movimenti del corpo della danzatrice si fondono con il legno, con le radici e con la terra rossa, arricchisce la performance con un forte valore simbolico.

Le due repliche dello spettacolo si terrano presso i luoghi partner del progetto:

La prima replica con ingresso gratuito, (29 maggio 2025), ospitata presso il teatro della Casa Circondariale di Lecce, alla quale potranno assistere altri detenuti, le famiglie dei partecipanti e il pubblico ospite, sarà preceduta dalla presentazione del progetto, con la presenza di Mariateresa Susca, direttrice della Casa circondariale, Giorgia Maddamma, direttrice artistica del progetto, Ilaria Milandri, autrice dei testi dello spettacolo e altri ospiti.

La seconda replica, (31 maggio 2025), è prevista a “Il Campo dei Giganti”.

Opera di land art è un terreno dove sono ancora presenti gli ulivi secolari colpiti dall’epidemia di Xylella, il batterio che ha devastato il territorio della Puglia meridionale, ora tinteggiati con un materiale ecosostenibile: un velo di calce bianca steso sui corpi degli ulivi malati o deceduti. L’area è divenuta monumento alla memoria, monito alla fragilità del paesaggio, ma anche simbolo di speranza per il futuro.

Inserire i detenuti in questo contesto di natura e arte, ruralità e poesia, bellezza e lavoro, morte e rinascita, è una metafora che attraversa inconsciamente la loro condizione.

Le loro esistenze, prive di luce e libertà e a tratti disperate, possono essere illuminate, rassicurate e consolate dall’idea che anche un albero cavo e secco possa tornare alla vita e diventare eterno, offrendo un’altra faccia di sé: un profilo insolito e inaspettato, ma pieno di nuova linfa.

Parteciperanno, insieme ai docenti, un gruppo di detenuti volontari della Casa circondariale di Lecce e lo spettacolo sarà aperto gratuitamente ad un pubblico di famiglie dei detenuti e ospiti.

Il parallelo tra le vite dei partecipanti e la resilienza degli ulivi colpiti dalla malattia trasmette un messaggio di speranza e trasformazione.