

Di MAURIZIO TAMELLINI
Non so se molti di voi sono a conoscenza di questa storica e meravigliosa realtà, dimora di una moltitudine di artisti soprattutto musicisti e cantanti, che in quelle stanze hanno trovato il proprio nido prima di spiccare l’ultimo volo verso l’ignoto.
Era il lontano 1885, quando Giuseppe Verdi, assieme alla moglie, Giuseppina Strepponi, venne a Milano per comperare un grande appezzamento di terreno adiacente la stazione ferroviaria di Porta Garibaldi.
Il Maestro scelse Milano per due principali motivi: il primo perché l’edilizia a quel tempo era all’avanguardia, il secondo, perché soggiornando al Grand Hotel et de Milan, a pochi passi dal Teatro alla Scala, poteva seguire l’avanzamento dei lavori per quella “casa” da Lui tanto desiderata e voluta.

La struttura allora era stata chiamata in prima nomina ” Ricovero per Musicisti”. Non contento di questo aggettivo il Maestro Verdi lo tramutò in ” Casa di Riposo per Musicisti”.
Il progetto originario fu commissionato all’architetto Camillo Boito, fratello del musicista e compositore Arrigo in stile neo-gotico.
Dapprima si pensò di costruire delle camerate, ma nel corso dei lavori si cercò invece di allestire delle stanze a due letti, per permettere la privacy ed anche per avere accanto qualcuno che nel caso del bisogno si sarebbero aiutati a vicenda.
Inoltre, per far parte di questo progetto, gli ” Ospiti” potevano entrare solamente dopo il compimento dei 65° anno di età e per meriti artistici.
L’edificio vide la luce nel 1899, ma venne inaugurata solamente nel 1902, un anno dopo la morte del Maestro.
Verdi fu un grande innovatore nel campo artistico-musicale. Grande patriota nel periodo Risorgimentale. Scrisse musiche per il popolo italiano e la nazione, e si distinse per le sue scelte politiche che ha perseguito sempre con valori e ideali patriottici.
Nel corso della vita ebbe però diversi lutti familiari, a cominciare dalla scomparsa della sua prima moglie, Margherita Barezzi e dei suoi due figli.

Giuseppe Verdi si risposò in seconde nozze con Giuseppina Strepponi, celebre soprano e compagna di vita sempre presente accanto a Lui.
L’ingresso della “Casa dei Musicisti”, situata in Piazza Buonarroti a Milano, è quella di un edificio importante ed imponente come era la sua musica.
Diverse volte in questi ultimi anni sono stato a visitarlo e a salutare le mie amiche e colleghe danzatrici, sempre avvolto in quel sottofondo di musica che si sente continuamente provenire dalle sale sopra l’atrio delle scale, che conducono agli appartamenti. Un Teatro di vita, un luogo pieno di storia, affascinante. In quelle stanze risiedono i genitori di grandi direttori d’orchestra, famosi cantanti lirici, danzatrici e altri grandi personaggi del Teatro.
Anche io mi sono visto a volte rispecchiato in questo girone di anime belle.
Sebbene siano trascorsi 123 anni dalla sua inaugurazione, i valori e i requisiti per accedere non sono cambiati negli anni.
Nel corso degli anni più di 1000 artisti hanno solcato le stanze di questo edificio portando il loro contributo artistico per le nuove generazioni. Un luogo dove lo spirito si innalza tra le mura che trasudano musica, cultura e bellezza.
Con frequenza quindicinale si promuovono recital di musica e canto, per allietare i visitatori e per omaggiare le Associazioni che donano contributi e lasciti privati per il sostentamento degli artisti.
Gli ” Ospiti” sono una sessantina, e da qualche tempo sostano anche 16 giovani allievi meritevoli, provenienti dall’ Accademia della Scala, del Conservatorio G.Verdi di Milano e della Scuola Civica di Musica di Milano.

Se le Opere di Verdi sono disseminate nei più prestigiosi teatri mondiali, anche quest’”Opera” ha saputo entrare nell’animo e nello spirito di moltissimi artisti, una solida e salda realtà, un ritrovo peculiare e funzionale che bisognerebbe preservare ai postumi, come modello di solidarietà tra artisti.
Giuseppe Verdi si spense nel gennaio 1901, nella stanza d’albergo del Grand Hotel et de Milan.
Come diceva un grande danzatore, coreografo e compositore russo, George Balanchine: “Dovete vedere la musica ed ascoltare la danza”.
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