
NUOVOIMAIE e STM – Scuola del Teatro Musicale insieme per il Corso di Alta Formazione in Musical: un’opportunità esclusiva per interpreti professionisti
Dal 14 al 23 luglio 2025 prende vita un’importante iniziativa dedicata alla formazione degli artisti: un Corso di Alta Formazione in Musical organizzato e realizzato da STM – Scuola del Teatro Musicale in collaborazione con Zava Productions, una delle realtà più autorevoli in Italia nella formazione per il teatro musicale, creato per NUOVOIMAIE, l’Istituto che tutela i diritti degli Artisti Interpreti ed Esecutori.
Il corso, che si svolgerà a Milano presso la sede della STM negli spazi in gestione al Teatro degli Arcimboldi, è riservato a 16 soci o mandanti di NUOVOIMAIE selezionati attraverso una procedura dedicata, e rappresenta un’occasione concreta di perfezionamento professionale in uno dei settori più versatili e competitivi dello spettacolo.
Ne abbiamo parlato con Davide Ienco…
Davide, come è nato questo progetto?
Il Corso di Alta Formazione in Musical nasce dalla volontà di offrire un’opportunità concreta di
aggiornamento professionale agli artisti del settore. Grazie al sostegno di NUOVO IMAIE, abbiamo
potuto progettare un percorso intensivo che risponde alle esigenze di interpreti già attivi (e iscritti al
NUOVO IMAIE), desiderosi di affinare le proprie competenze e confrontarsi con standard
internazionali. È un’iniziativa che unisce la nostra esperienza formativa con la necessità di colmare
il gap tra formazione e mercato del lavoro.
Cosa prevede il piano di studi e a chi si rivolge?
Il corso, che si terrà dal 14 al 23 luglio 2025 presso la sede STM al Teatro degli Arcimboldi di
Milano. Il piano di studi è strutturato su tre aree principali: recitazione, canto e danza, con un focus
particolare su tecnica vocale per il musical, canto corale, danza jazz e interpretazione scenica.
L’obiettivo è fornire strumenti pratici e teorici per affrontare le sfide del palcoscenico
contemporaneo.

Praticamente è quasi un master di aggiornamento professionale per artisti già attivi!
È un percorso pensato per chi ha già esperienza nel settore e desidera aggiornarsi, confrontarsi con
docenti di alto profilo e acquisire nuove competenze per affrontare audizioni e produzioni con
maggiore consapevolezza e preparazione.
Inoltre, per gli attori iscritti al NUOVO IMAIE che non hanno mai lavorato nel musical ma
provengono da esperienze nel cinema o nella fiction, questo corso rappresenta un’occasione
concreta per esplorare una disciplina nuova, avvicinarsi al linguaggio del teatro musicale e valutare
se intraprendere un percorso di approfondimento. Allo stesso modo, chi ha una preparazione
attoriale e canora ma non ha mai applicato queste competenze al musical potrà integrarle,
sperimentare la sinergia tra le tre discipline e scoprire se svilupparle ulteriormente.
In entrambi i casi, il corso diventa un’opportunità per ampliare il proprio spettro professionale,
rendersi più versatili e quindi più competitivi sul mercato del lavoro.
So che il corpo docenti prevede nomi italiani e due del West End: chi sono e come li avete
scelti?
Il corpo docente è stato costruito con grande attenzione alla qualità artistica e alla complementarità
dei percorsi professionali. Abbiamo coinvolto Andrea Ascari, Daniela Gorella, Ilaria Suss, che
fanno parte del corpo docente dei nostri Diplomi Accademici AFAM: sono professionisti
riconosciuti, con una solida esperienza formativa e produttiva, che hanno deciso di mettere la
propria competenza anche a servizio di questo progetto estivo supportato da NUOVO IMAIE.
Accanto a loro, due artisti straordinari del panorama internazionale: Madalena Alberto e Oliver
Lidert. La loro selezione è frutto di un lavoro condiviso tra me, il direttore Marco Iacomelli, e la
preziosa collaborazione con Sabrina Zavaglio di Zava Production, con cui abbiamo realizzato e in
fase di sviluppo altri progetti artistici internazionali per l’Italia.
Avere un team così eterogeneo, proveniente da ambiti artistico-culturali differenti, rappresenta per i
partecipanti non solo una grande opportunità formativa, ma anche un’occasione concreta di
networking. Il mercato dello spettacolo dal vivo, infatti, si fonda sempre di più sulla qualità delle
relazioni oltre che sulle competenze: il corso vuole essere anche uno spazio dove queste connessioni
possano nascere e rafforzarsi.
Cosa “si porteranno a casa” i partecipanti allo stage?
Oltre a un arricchimento tecnico e artistico, i partecipanti acquisiranno una maggiore
consapevolezza del proprio potenziale scenico e strumenti pratici per affrontare audizioni e
produzioni. Il confronto con docenti di alto livello e con colleghi selezionati creerà un ambiente
stimolante e formativo, favorendo la crescita personale e professionale.

Qual è il livello degli studenti di musical oggi, visto il tuo lavoro in STM?
Un aspetto cruciale è la necessità di una formazione strutturata e riconosciuta dal Ministero
dell’Università e della Ricerca, come quella offerta dalla Scuola del Teatro Musicale attraverso i
Diplomi Accademici di Primo e Secondo Livello, equivalenti rispettivamente a Laurea Triennale e
Laurea Magistrale.
Il profilo in uscita dei diplomati non può più limitarsi a competenze, conoscenze e abilità nelle sole
tre discipline classiche del musical: è necessario che i giovani artisti siano formati anche in ambito
progettuale e produttivo per fornire loro un approccio attivo, indipendente, imprenditoriale.
Inoltre, il tema dell’internazionalizzazione è centrale. In STM crediamo fortemente che gli studenti
debbano già durante il percorso iniziare a costruire legami con l’estero. Grazie al programma
Erasmus+, promuoviamo scambi per studenti e docenti, sia in entrata che in uscita. Attualmente
abbiamo tre studenti in Erasmus per tirocinio: Giulia in Portogallo, Francesco in Germania e Diego
in Canada. Caterina, invece, ha svolto un semestre di studio a Madrid presso la nostra accademia
partner TAI (Escuela Universitaria de Artes). Aprirsi al confronto internazionale significa anche
sviluppare una visione più ampia e acquisire esperienze che oggi sono indispensabili per affrontare
un mercato sempre più globale.
Perché “tutti vogliono fare musical”?
Il musical è un linguaggio straordinario che offre un’esperienza artistica completa, immersiva e
fisica. Negli ultimi anni ha acquisito maggiore visibilità e riconoscimento anche in Italia,
diventando più accessibile e attraente per le nuove generazioni. Questo ha sicuramente contribuito a
una percezione diffusa di “richiesta” nei confronti del genere, specialmente nell’ambito della
formazione.
Tuttavia, a mio avviso, dovremmo leggere questa tendenza in modo più ampio. Se provassimo a
sostituire la parola “musical” con “teatro”, otterremmo centinaia di risposte diverse, tutte legittime.
Non è detto che tutti vogliano fare musical: ci sono artisti che si avvicinano a questo linguaggio per
mettersi alla prova, per completare il proprio bagaglio, o semplicemente perché oggi è una delle
poche discipline teatrali con un impianto strutturato di produzione, tournée e lavoro continuativo.
Nel mio lavoro didattico – anche al di fuori di STM, dove tengo cattedre di management teatrale
presso istituzioni come la Paolo Grassi e l’ITS Performing Arts – mi accorgo che molti studenti non
hanno una vocazione chiara per il musical, ma piuttosto una forte esigenza di trovare un linguaggio
scenico che permetta loro di esprimersi, sperimentare, e inserirsi nel mondo del lavoro. Il musical
può essere un mezzo, non necessariamente un fine.
È importante quindi che la formazione non si limiti a inseguire ciò che “funziona” sul mercato, ma
che accompagni gli studenti verso una comprensione profonda della propria identità artistica,
lasciando spazio anche a percorsi ibridi, trasversali e autonomi.
Ci sarà lavoro per tutti in Italia?
Ci sarà sempre più bisogno di figure preparate, versatili, capaci di adattarsi ai linguaggi molteplici
dello spettacolo dal vivo e registrato, dalla prosa al cinema, dalla fiction al musical.
Ci sarà sempre più bisogno di figure preparate, versatili, capaci di adattarsi ai linguaggi molteplici
dello spettacolo dal vivo e registrato, dalla prosa al cinema, dalla fiction al musical.
Negli ultimi anni il mercato si è allargato e diversificato: crescono le produzioni teatrali, le serie
televisive, i contenuti digitali, e con esse aumentano le opportunità. Ma parallelamente si alzano
anche le richieste in termini di professionalità. Avere una formazione solida e strutturata è oggi
imprescindibile.
In STM lo vediamo chiaramente: il tasso di occupazione dei nostri diplomati è passato dall’88% al
94% già nei primi mesi dopo il diploma. È un dato che ci conforta, ma che è anche il frutto di un
sistema che funziona per diverse ragioni.
Prima di tutto, perché il nostro titolo è riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca
(MUR), e questo lo rende valido non solo nel mercato privato, ma anche in contesti pubblici.
Inoltre, i diplomati possono accedere a master all’estero, ampliando le prospettive di carriera.
Poi c’è un aspetto molto concreto: i nostri percorsi sono proiettati al “fare”. L’ordinamento didattico
prevede che gli studenti affrontino discipline teoriche, teorico-pratiche, pratiche, laboratoriali ed
esperienze sul campo. Collaboriamo con altre Istituzioni AFAM, con enti pubblici e privati, con
produzioni teatrali e cinematografiche. Questa rete viva permette agli studenti di entrare da subito in
contatto con il mondo professionale, spesso già durante il percorso di studi.

Quanti poi vanno a lavorare all’estero, secondo te e perché?
Sempre più diplomati scelgono di lavorare all’estero, e non esclusivamente nel musical, ma anche
in produzioni di prosa, danza, cinema, o in ruoli di direzione artistica e regia. Ci sono alumni STM
che lavorano oggi in Germania, Regno Unito, Francia, ma anche in Canada, Svizzera, Portogallo e
Spagna.
Le ragioni di questa scelta sono molteplici. In parte c’è sicuramente una questione legata alle
condizioni contrattuali: all’estero, in particolare nei paesi del Centro e Nord Europa, ci sono sistemi
produttivi più stabili, più finanziati e con una maggiore tutela per i lavoratori dello spettacolo.
Questo significa più continuità, retribuzioni più eque e una maggiore possibilità di costruire una
carriera a lungo termine.
Ma c’è anche una motivazione culturale. In molti paesi europei e nordamericani il teatro, la musica
e il cinema sono riconosciuti come settori strategici e pienamente inseriti nei processi educativi e
sociali. Il musical, ad esempio, è considerato parte integrante dell’industria culturale, non un genere
di nicchia. Ma anche la prosa sperimentale, la danza contemporanea o il cinema d’autore trovano
spazi di espressione più articolati e diffusi.
Noi, come Scuola del Teatro Musicale, investiamo molto sull’internazionalizzazione. Non si tratta
solo di preparare gli studenti dal punto di vista tecnico-linguistico, ma di offrirgli strumenti e
occasioni per entrare in relazione con un sistema di opportunità più ampio.
Il TAM è diventata la vostra casa: un bilancio di questi anni?
Il Teatro degli Arcimboldi è un vero spazio di comunità creativa, un ambiente vivo dove la
didattica, la produzione e la progettazione artistica si contaminano ogni giorno. È anche per questo
che ci tengo a ringraziare pubblicamente chi ha creduto fin dall’inizio in questa visione: Marzia
Ginocchio e Gianmario Longoni. Insieme a loro, abbiamo costruito una progettualità condivisa,
basata su fiducia, rispetto e un’idea comune di cultura come valore pubblico.
Nelli’immediato futuro, al Corso di Alta Formazione per attori e attrici finanziato da NUOVO
IMAIE che partirà a luglio proprio negli spazi del TAM, si aggiunge un evento il 24 giugno, in cui
ospiteremo la tappa milanese del Grand Tour AFAM – The AFAM Roadshow, promosso dal CNR
ISPC e da 16 partner nazionali, con una giornata di incontri, lectio e installazioni dedicate al tema
Emotions – Colori e Trame Inclusive, nel segno dell’inclusione e dell’innovazione creativa.
Dalla convivenza negli stessi spazi sono nate con naturalezza collaborazioni artistiche e produttive.
Tra queste, la co-produzione di Indagini Live di e con Stefano Nazzi; lo spettacolo teatrale Da
Marco a Marco con Marco Cappato; la realizzazione dell’esibizione di Sanremo 2025 per Willie
Peyote; e il prossimo progetto Perché No? di e con Diego Dalla Palma.
Cosa ti senti di consigliare alle nuove leve?
Di essere curiosi, determinati e disposti ad apprendere continuamente. Questo mestiere richiede
tecnica, passione e perseveranza. È meglio non limitarsi a un solo linguaggio: oggi è preferibile
progettare la propria carriera aprendosi alla prosa, al musical, al cinema e ai nuovi media, con un
bagaglio di strumenti che permettano di costruire un percorso solido, personale e sostenibile.