
Nel corso degli anni, chi mi segue avrà probabilmente letto qualche mio editoriale sulla bellezza di andare a teatro la sera, uscire di casa dopo una giornata lavorativa, preparandosi, come in un rito, ad uscire dal proprio nido ed andare incontro al mondo.
Ma c’è un’altra parte del teatro, quello degli spettacoli pomeridiani, tanto amati dal pubblico londinese o americano, ma ancora non così sfruttati da quello italiano.
A Londra, ci sono musical a tutte le ore del giorno, dai matinée alle serali e, volendo, si possono vedere tre spettacoli in una stessa giornata.

Andare a teatro il pomeriggio è una coccola come il the delle cinque.
Si va da soli o in compagnia e ci si concede una pausa dal mondo di fuori, quello dello shopping o, come si diceva una volta, dello struscio. Quello delle partite o quello delle incursioni all’Ikea, un modo diverso per trascorrere il dopopranzo.
Si va a teatro, senza bisogno di mettersi eleganti come per una Prima, si va rilassati, come si sta tra amici, nel salotto di casa a raccontarsi storie.
C’è un’atmosfera particolare che avvolge gli spettacoli teatrali che si svolgono nelle ore del pomeriggio. Abbandonare la luce del sole per immergersi nel buio della sala, quando la giornata è ancora nel suo pieno, ha un sapore quasi clandestino, un’evasione dalla routine con un tocco di magia anticipata. Fuori dai luoghi comuni, controcorrente.
La luce soffusa del foyer è l’anticamera del mondo “altro” che stiamo per varcare.
Il buio che ci porta nella storia, come già avevamo analizzato in altro editoriale, è ancora più dirompente, avvolgente, profondo.
Ci si immerge senza fretta nello spettacolo, liberi dalla stanchezza che, a volte, ci lascia sulle spalle un giorno lavorativo. Non si ha, a volte, nemmeno il bisogno di controllare l’orologio, per non perdere l’ultimo treno della metropolitana.
Il pubblico è spesso diverso: c’è qualche anziano in più, qualche abbonato fedelissimo, che va a vedere “il teatro” (giuro, l’ho sentito dire) a scatola chiusa, quel pubblico che una volta, prima di una messa in scena di Chorus Line, si stupiva dell’annuncio – fittizio – del casting call e, sussurrando al vicino, si chiedeva se qualche attore si fosse fatto male…
Ci sono le famiglie con i bambini, magari a gustarsi insieme un family show, scelta dettata dall’evitare di fare tardi la sera, in vista della scuola.
Ci sono varie-età a teatro, di pomeriggio, ci si vede e ci si riconosce, si sta insieme per vivere un’emozione condivisa senza stress o file per un gelato.

In alcune – rare – occasioni, poi, i prezzi dei biglietti per le repliche pomeridiane sono più accessibili, rendendo la cultura teatrale un piacere meno oneroso.
Nella nicchia protetta di una sala teatrale, mentre la città fuori brulica di vita, si assiste ad un evento altro, una parentesi incantata, un rifugio dalla vivacità del giorno che ha un sapore tutto suo.
Gli attori sono più rilassati e magari si lasciano andare a qualche guizzo di novità, da provare per la sera.
Ed infine, soprattutto a primavera, uscire dal teatro con la luce del giorno ancora a disposizione regala una sensazione di libertà diversa. Non c’è la fretta di rientrare tardi, ma la possibilità di prolungare le emozioni appena vissute con una passeggiata o un caffè, e magari una cena rilassata, senza per forza fare tardi.
Il THEatro pomeridiano è un rito da vivere e rivivere… come un the giapponese…ma di questo parleremo una prossima volta.
SUGGERIMENTI
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