Assistere ieri sera al debutto di FRIDA OPERA MUSICAL, scritto da Andrea Ortis e Gianmario Pagano, con la regia di Andrea Ortis e la partecipazione di Drusilla Foer, ha significato immergersi in uno spettacolo che va al di là delle definizioni e che fa da ponte tra le culture, le tradizioni,  le etichette e i generi artistici.

La vocazione internazionale della MIC ha scelto l’Italia – come giusto che sia – per far conoscere una Frida Kahlo sfrondata da tutti quegli orpelli che le si sono appiccicati addosso in anni di marketing e merchandising, per risalire alla storia di una donna, che si alterna tra l’esterno e l’interno, tra la rivoluzione e l’amore, tra la morte e la vita.

Perché se è vero che la pittura è poesia senza parole, il dipingere che diventa necessità in Frida, viene arricchito dal testo importante, dalla musica e le liriche di  Vincenzo Incenzo, dalle danze non solo folcloristiche, ma soprattutto modern, di Marco Bebbu e alle linee dettagliate dei costumi a firma di Erika Carretta.

Uno spettacolo in cui la parte delle videoproiezioni (di Virginio Levrio) è ben controbilanciata dalle scene materiche di Gabriele Moreschi, con addirittura strutture tipiche di pueblo messicani,  luci evocative di Valerio Tiberi.

Una ricerca filologica approfondita ha portato ad “evocare” sul palco figure mitologiche come Quetzalcoatl (ripreso dall’uccello piumato in videoproiezione Quetzal) o  Tlaloc, inseriti in quel limbo tra sogno e realtà che sono le Pulquerías, dove si produceva e si vendeva il pulque, sono diventati luoghi di comunità e di condivisione di storie.

È qui che si muove un’altra evocazione mitica, la Calavera Catrina, simbolo di Morte legata alla vita (e che la racchiude in sé), ironica e dissacrante, che originariamente chiamata “Calavera Garbancera”, fu creata dall’arte di José Guadalupe Posada: fu però lo stesso Diego Rivera, amore finito ed infinito di Frida, a darle il nome di “Catrina”, trasformandola nel simbolo del Día de Los Muertos.

Perché Halloween non è solo una festa americana: I primi giorni di novembre si celebrano i morti nelle tradizioni celtiche, brasiliane e sud americane in genere e l’iconografia del Día de Los Muertos (Giorno dei Morti)  che abbiamo imparato a conoscere in tante pellicole, come Coco del 2017 della Disney, hanno reso celebre il teschio con il cappello della più tipica Calavera.

Tutta questa ricerca filologica sboccia in un testo che non è mai didascalico, ma che comunque lancia messaggi anche alla nostra tradizione europea: solo in Occidente, infatti, la Morte è considerata un tabù.

Nelle antiche tradizioni la morte è parte della vita stessa e come dice Catrina, “senza morte non c’è vita”.

E se nel sogno lucido della Pulqueria iniziale Frida ha la possibilità di squarciare il velo (di Maya) e vedere tutta la sua vita, ripensiamo a come la tradizione popolare ci narri che nel momento del trapasso tutti i nostri ricordi ci passano davanti come un film: fenomeni avallati oggi dalle neuroscienze e che stanno prendendo sempre più piede anche nella cultura odierna (vi consiglio a tale proposito di leggere il più recente romanzo di Dan Brown, L’Ultimo segreto).

Regina incontrastata di questa apertura di sipario è la “superba” (nell’originale etimologia latina superbus, derivato di super (“sopra”) e non nella derivazione posteriore di altezzoso) Drusilla Foer.

Un personaggio che incarna tutti i valori femminili dell’accoglienza, del lasciarsi andare, dell’empatia, ma anche l’ironia, la sagacia, la leggerezza e dell’estrema eleganza, che Drusilla porta con sè da sempre, ma che qui sembrano calare nel ruolo della Calavera con una grazia e maestria che vengono da “altrove”. Uno stato di grazia puro che illumina ogni sua uscita, con dialoghi serrati e monologhi, spesso vantati, non solo ben scritti ma anche calzati con padronanza e sentimento.

8 cambi di abito e una presenza scena che riempie il palco.

Ma se la parte magica e mitologica è un tema portante dello spettacolo, il secondo è l’aspetto politico e storico di Frida, incarnato  da Diego Rivera, lo stesso Ortis “appesantito” da un Panzon che modifica, come giusto che sia, i suoi movimenti: marito di Frida, artista ma anche uomo di mondo, che si inserisce nella contemporaneità più agevolmente della moglie, rivoluzionaria, “rotta e lurida” come lei stessa si definisce.

Anche la loro storia d’amore si muove tra il dentro ed il fuori, tra la passione e il tradimento, tra il senso paterno dell’uomo e la sua infantilità, in cerca di conferme tra le sue tante amanti.

VIDEO DEGLI APPLAUSI FINALI

La terza chiave di lettura è proprio quella umana e artistica di Frida, interpretata dalla giovane Federica Butera, che, praticamente sempre in scena, riesce a darci una Khalo vera e sentita, con una voce scura, ma non black, calda e bassa, che vive in bilico tra la voglia di vita ed il dolore.

L’attrice cresce nell’interpretazione durante lo spettacolo e commuove soprattutto nel secondo atto, quando i momenti di sofferenza si mescolano a quelli di rinascita, grazie alla sua arte.

I due sono “abbracciati” da una comunità di artisti sul palco, tutti di grandissima malleabilità, versatilità e umiltà. Alcuni di loro, come Antonello Angiolillo (che vediamo anche ballare) o Riccardo Maccaferri, passano da un ruolo all’altro con una facilità che viene loro da anni di palco e da un talento innato. I loro timbri, pur riconoscibilissimi, si plasmano sui ruoli e concorrono alla riuscita delle scene di insieme.

La sorellanza femminile, che sembra lacerata, trova poi nuova linfa nei personaggi di Lupe (Floriana Monici), ex moglie di Diego e della sorella della protagonista Cristina (Federica De Riggi), che verranno pacificate nel corso dello spettacolo e rimarranno nella cerchia di Frida. Due impeccabili artiste, su cui non si poteva avere dubbi.

Il tutto immerso in un caleidoscopio di colori, che, come pennellate di vita, tornano anche nei momenti più duri, in quella sofferenza che l’arte riesce in qualche modo a sublimare.

Rendendola Bellezza.

I costumi iconici diventano così essi stessi quadri viventi, l’arte prende vita, fiato e anima,

“FRIDA OPERA MUSICAL” è il primo spettacolo nato in collaborazione con il Museo Frida Kahlo “Casa Azul” e il Museo Diego Rivera Anahuacalli di Città del Messico e con il Patrocinio dellAmbasciata del Messico in Italia ed il desiderio della MIC International, di Lara Carissimi e della famiglia Gravina è di portarlo all’estero, in primis in Cina, dove è recentemente stata La Divina Commedia e credo che uno spettacolo di questo livello, dove gli, ahimè spesso presenti, “vorrei ma non posso” sono cancellati dalla magnificenza della Produzione possa davvero essere orgoglio per la nostra nazione.

FRIDA OPERA MUSICAL è in scena al Tam Teatro degli Arcimboldi fino al 2 novembre, e credo sia un ottimo modo per passare i Dias de los Muertos, arricchendoli di senso, vivendo il rito collettivo di un teatro che si fa viaggio tra le culture, nell’arte e, non ultimo, dentro se stessi.

CREDITI

Regia Andrea Ortis

Scritto da Andrea Ortis e Gianmario Pagano

Musiche e Liriche Vincenzo Incenzo

Coreografie Marco Bebbu

Costumi Erika Carretta

Scenografie Gabriele Moreschi

Progetto Luci Associato Valerio Tiberi e Virginio Levrio

Progetto Video Virginio Levrio

Suono Enrico Porcelli

Assistenti alla regia: Emma de Nola e Beatrice D’Arienzo

CAST ARTISTICO

Federica Butera nel ruolo di Frida Kahlo

Drusilla Foer nel ruolo de La Catrina

Andrea Ortis nel ruolo di Diego Rivera

e con:

Antonello Angiolillo – Floriana Monici – Valeria Belleudi – Riccardo Maccaferri

Debora Boccuni – Arianna Tale’ – Federica De Riggi – Antonio Sorrentino – Elisabetta Dugatto – Giulia Maffei – Rebecca Erroi – Enrico Cava – Jacopo Siccardi – Omar Barole – Matteo Ammoscato – Carmine Olivazzi – Damiano Spitaleri – Raffaele Iorio – Leonardo Mazzarotto – Gioele Mazza – Samuel Perinotto

Produttore Esecutivo Lara Carissimi

Amministratrice di Compagnia Luisa Iandolo

Assistente di Produzione Federica Zangari

CONTATTI: info@micinternationalcompany.it

Canali ufficiali:

Sito web micinternationalcompany.it

Facebook Frida Opera Musical – Instagram frida_opera_musical

VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA